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Segnalati da BOCG

Proliferano le startup innovative

D’accordo viviamo in un momento storico durante il quale proliferano le startup, soprattutto nella veste innovativa. Non si parla d’altro, pensate che su twitter ci sono bot che retwittano in automatico i post con l’hashtag #startup.

Si può parlare, quindi, di un fenomeno di costume o di una realtà? Valutate voi: a fine settembre 2016 il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi del decreto-legge 179/2012 è pari a 6.363, in aumento di 420 unità rispetto alla fine di giugno (+7,07%). Le startup rappresentano lo 0,4% del milione e mezzo di società di capitali attive in Italia (a fine giugno l’incidenza del fenomeno era pari allo 0,38%, a marzo 0,35%).

Ma realmente quali sono le iniziative che portano innovazione? Nel 2015, ad esempio, lo studio BOCG  Associati ha curato la costituzione di una startup innovativa a vocazione sociale, la DNM srl a capitale ridotto, che si occupa di medicina narrativa [link]: in estrema sintesi DNM consente percorsi di cura personalizzati e condivisi, mettendo al centro la persona con la sua storia, i suoi bisogni, le sue risorse. Ambiti dove l’innovazione la fa da padrona ma possiamo assicurarvi che la struttura organizzativa di DNM ha avuto un setup molto scientifico.

Chi pensa in modo non convenzionale dovrebbe farlo rimanendo all’interno degli schemi perché l’esecuzione di qualsiasi piano passa per azioni reali e l’industrializzazione di qualsiasi idea (prodotto o servizio che sia) deve rispondere a criteri applicabili. Insomma, volendo semplificare al massimo, se l’innovazione non risponde ad un bisogno reale, non esiste un piano definito e non ci sono le risorse (finanziarie, umane o tecnologiche) non si può parlare proprio di innovazione ma solo di una opzione “irreale”.

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