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Riassetto societario: operazioni straordinarie per giungere all’obiettivo

Questo articolo esamina attentamente le due principali opzioni di riorganizzazione societaria: la scissione e il conferimento. Entrambe le operazioni offrono vantaggi specifici in base alle circostanze e agli obiettivi aziendali. Il conferimento consente di concentrare risorse e competenze in una società dedicata a un settore specifico, mentre la scissione permette la separazione di una parte dell’azienda per creare una nuova entità indipendente.

Quando si valuta un’operazione di riorganizzazione societaria, come la scissione o il conferimento, è importante considerare attentamente la convenienza di scegliere una delle due opzioni. Entrambe le operazioni possono offrire vantaggi specifici a seconda delle circostanze e degli obiettivi aziendali.

Iniziamo analizzando il conferimento. Questa operazione prevede il trasferimento di uno o più rami d’azienda o beni patrimoniali a una società beneficiaria. Il conferimento può essere vantaggioso quando si desidera concentrare le risorse e le competenze in una società dedicata a un determinato settore di attività. Ad esempio, se un’azienda possiede un ramo produttivo e un ramo immobiliare, potrebbe decidere di conferire il ramo immobiliare a una nuova società beneficiaria. Questo permetterebbe di concentrare le risorse sulla produzione e di ottenere una maggiore focalizzazione sul core business.

D’altro canto, la scissione implica la separazione di una parte dell’azienda per creare una nuova entità societaria indipendente. Questa operazione può essere utile quando si desidera concentrarsi su segmenti di mercato specifici o quando si vuole cedere una parte dell’azienda a terzi. Ad esempio, se un’azienda possiede sia un ramo produttivo che un ramo immobiliare, potrebbe decidere di scindere il ramo immobiliare in una società separata. Questo potrebbe consentire di vendere o cedere il ramo immobiliare a un investitore interessato, consentendo all’azienda originaria di focalizzarsi esclusivamente sulla produzione.

Nel caso di PMI, inoltre, è lecito attendersi che un’operazione di riorganizzazione societaria passi anche attraverso considerazioni che riguardano il patrimonio dell’imprenditore o più in generale di quello familiare e, di conseguenza, l’intero quadro di riassetto può essere influenzate dagli articoli 177 e 177 bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), che riguardano principalmente le holding.

Tuttavia, è importante sottolineare che la scelta tra scissione e conferimento dovrebbe essere basata su considerazioni sostanziali e strategiche, tenendo conto degli obiettivi aziendali, delle sinergie potenziali, delle risorse disponibili e delle implicazioni fiscali. La consulenza di professionisti esperti in materia fiscale e societaria è essenziale per valutare attentamente le conseguenze di entrambe le opzioni e prendere la decisione migliore per l’azienda.

La scissione si rivela un’operazione di riferimento anche nella peggiore delle fasi del ciclo di vita aziendale: se l’azienda si trova, difatti, in una fase di crisi finanziaria, difficilmente superabile, si potrebbe scindere il ramo d’azienda non profittevole per portarlo in liquidazione ma si potrebbe altresì scindere il medesimo complesso per operare una combinazione con una società già esistente, e operante nello stesso settore, in grado di compensare il gap finanziario; il ramo in crisi potrebbe, infatti, presentare una marginalità positiva di interesse per una realtà più “grande” dotata di una struttura finanziaria più stabile e di una diversa organizzazione economica.

In definitiva, la scelta tra scissione e conferimento dipende dalle specifiche esigenze e dalla situazione dell’azienda. Entrambe le opzioni offrono opportunità interessanti, e una valutazione accurata delle conseguenze e delle implicazioni permetterà di prendere la decisione più vantaggiosa per l’azienda, garantendo il suo successo e la sua crescita nel lungo termine.

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