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Liquidità e solvibilità della vostra impresa

La solvibilità, intesa come capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni di pagamento, può essere apprezzata in relazione all’orizzonte temporale preso a riferimento, attraverso cui si usa distinguere la liquidità dalla solidità:
• liquidità, capacità dell’impresa di far fronte, tempo per tempo, alle proprie obbligazioni di pagamento;
• solidità, capacità dell’impresa di far fronte ai propri impegni di pagamento nel medio lungo termine.
Misurare la solvibilità dell’impresa consente di determinare il c.d. “rischio finanziario” o anche detto “rischio di credito”, indicando con ciò la probabilità che l’impresa non riesca a rimborsare i propri debiti nei tempi e/o negli importi stabiliti. Il fattore temporale può essere ricollegato al profilo della liquidità mentre quello quantitativo al profilo della solidità. Alla luce di ciò, è ben comprensibile come il concetto di solidità assorba quello della liquidità, configurandosi come condizione di rischio estrema nella quale parte (o tutti) dei capitali con vincolo di debito possono non essere rimborsati causando una perdita per il terzo finanziatore.
La liquidità fa riferimento alle condizioni di equilibrio di cassa (o di tesoreria) dell’impresa, inerenti al rapporto quantitativo e temporale delle entrate e delle uscite monetarie derivanti dalle diverse attività della gestione. In questo caso, l’oggetto della gestione finanziaria è rappresentato dalle consistenze e dalle movimentazioni delle fonti e degli impieghi che, tempo per tempo, generano flussi monetari. Pertanto, l’esame dell’equilibrio di “cassa” si traduce nello studio dei flussi finanziari in entrata e in uscita in un certo arco di tempo, nella prassi definito convenzionalmente pari a dodici mesi oppure alla durata del ciclo operativo aziendale.
La solidità attiene invece alla capacità dell’impresa di far fronte complessivamente e definitivamente ai propri debiti. In questo senso, occorre adottare una logica di analisi che si fondi sull’esame della struttura del patrimonio, intesa come relazioni (i) tra masse di investimenti e finanziamenti e (ii) tra capitale proprio e capitale di debito, nell’’intento di determinare il rischio finanziario dell’impresa conseguente al suo livello di indebitamento.
In buona sostanza, un’impresa è da ritenersi veramente solvibile se oltre a far fronte agli impegni finanziari assunti è anche in grado di sostenere il suo sviluppo operativo.

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